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TEMPESTA 2001
Oggetto



In mare, a bordo d'una nave. Violento scoppio di tuoni e fulmini

Tutto è perduto! Pregate! Tutto è perduto

Come? E le nostre labbra devono rimanere mute?
 








Non avere paura: l'isola è piena
di rumori, di suoni, di dolci arie
che danno gioia e non malinconia.
Talvolta note acute di migliaia
di strumenti mi ronzano all'orecchio,
o voci che mi fanno addormentare
anche se desto dopo lungo sonno:
e allora in sogno pare che si rompano
le nubi e mostrino tesori, pronti
a cadere su me, così che, sveglio,
piango perché vorrei sognare ancora.

 








Ora non farmi più domande.
Tu hai voglia di dormire:
è un sonno che fa bene, abbandonati;
so che non puoi evitarlo.

Miranda s'addormenta.








Nobile padrone ! Che devo fare?
Su, dimmi, che devo fare?


Trasformati
in ninfa del mare, solo visibile
a noi due. Corri, e, nella nuova forma,
torna subito qui. Svelto, non sbagliare!








Certo, per queste parole,
avrai stanotte spasimi e punture
ai fianchi da levarti il fiato


Per quest'amore io sia maledetto!
 








Come sei bugiardo,
o schiavo: solo la frusta ti piega,
mai la dolcezza! Ho avuto per te
- non sei che letame - ogni cura umana;
ti accolsi nella grotta, fino a quando
cercasti di violare
l'onore di mia figlia.


M'hai insegnato a parlare, e questo è il frutto:
so come maledirti, ora. Ti stermini
la peste rossa
per avermi insegnato la tua lingua!

 








Venite a queste sabbie d'oro,
e poi prendetevi per mano
e con le riverenze e i baci
i flutti furiosi fermerete;
i piedi poggiate qua e là leggeri
E voi, soavi spiriti, cantate
il ritornello. Ascolta, ascolta!









Quest'armonia mi giunse sopra l'acque


Già sono di corallo le sue ossa
e i suoi occhi sono diventati perle.
Tutto di lui destinato a svanire
subisce ora dal mare un mutamento
in qualche cosa di ricco e di strano.
A ogni ora le ninfe del mare
a morto scampanano per lui








Gli attori, come dissi, erano spiriti,
e scomparvero nell'aria leggera.
Come l'opera effimera del mio
miraggio, dilegueranno le torri
che salgono su alle nubi, gli splendidi
palazzi, i templi solenni, la terra
immensa e quello che contiene; e come
la labile finzione, lentamente
ora svanita, non lasceranno orma.
Noi siamo di natura uguale ai sogni,
la breve vita è nel giro d'un sonno.
 








Mio dolce signore, barate al gioco.

No, caro amore, non lo farei per tutto il mondo.

Si, invece; ma anche se aveste puntato venti regni,
direi che il gioco è regolare.

Se questa è ancora un'illusione dell'isola,
avrò perduto due volte mio figlio.

 









Sentirò la tua mancanza, ma pure sarai libero


Sarai libero


Poi tornerai libero nell'aria, e addio!








EPILOGO

Ora non ho più spiriti al mio comando,
non ho potere più per incantesimi,
e la mia fine sarà disperata
se non m'aiuta almeno una preghiera
che giunga in cuore alla Misericordia,
liberando ogni mio peccato. Come
cercate grazia per le vostre colpe
così mi sciolga la vostra indulgenza.





















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dell'oscurità del fuoco
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ATTILIO CAFFARENA - atcaffa@gmail.com


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